Nonna - questa crudele rivolta
nel mio cuore - non mi viene da voi?
(Marina Cvetaeva)
Il tuo tempo era scandito
dal campanello della porta di vetro e legno
che s’apriva su casse di frutta
C’era odore di pane di acciughe di tonno
Il tuo tempo era scandito
dal calendario di Barbanera
residuo del tuo mondo contadino.
E il tuo sogno
nasceva da romanzi illustrati
in un tempo furtivamente sottratto
a quel magazzino di vivande
e dalle riviste conservate per voraci roditori.
Da te ho appreso i rituali
misteriosa scansione del tempo della vita
che viene dal cuore della terra
dal nostro più oscuro sentire.
E tra antenne asfalti e palazzi metropolitani
ostinatamente brucio le foglie essicate dell’ulivo
(per scongiurare temporali ormai solo dell’anima)
e cuocio le castagne la notte dei morti
per confortarne il passaggio presso di noi
che sembriamo più vivi.
Passi sempre anche tu quella notte
con altri che non so:
e sei di nuovo quella ragazza mora e ossuta
dell’unica foto che conservo tra poeti e scrittori,
sacre icone dei miei nuovi riti. |